Il 15 novembre il parlamento europeo si è riunito per discutere sulla relazione fatta da Jürgen Creutzmann sul gioco online. Questo è stato un momento importantissimo per il futuro del mercato del gambling online in Europa. Numerosi operatori del settore hanno aspettato con ansia l’esito della riunione e alla fine hanno apprezzato le linee guida indicate nella relazione. Il membro del Comitato interno e della tutela del consumatore ha suggerito delle azioni propositive in merito alla regolamentazione del gioco d’azzardo online negli stati comunitari, non ha scelto nessuna iniziativa che ostacoli lo sviluppo di questo settore, anzi, ha proposto che tutti gli stati dell’Unione Europea, che abbiano delle leggi in contrasto con quelle emanate, debbano abrogarle.
La base della proposta fatta da Creuztmann è che le nazioni comunitarie debbano seguire una sola linea e non intraprendere iniziative solitarie al riguardo. Creuztmann inoltre chiede che venga creata una struttura direttiva sul gioco composta dai rappresentanti di tutti gli stati della comunità.
Le leggi che regoleranno il gioco dovranno disciplinare: i requisiti di cui le aziende dovranno essere in possesso, il sistema di protezione dei consumatori (garanzia della legalità dei giochi), l’identificazione elettronica (Tutela dei dati sulla privacy e dei pagamenti carte di credito) e la pubblicità. Due anni fa la comunità europea aveva disposto diversamente in merito, infatti aveva lasciato, ai singoli stati, libertà di legiferare a riguardo.
L’italia è stata uno dei primi stati a mettersi in moto e già lo scorso 18 luglio ha dato il via alla vendita delle licenze. Il governo italiano ha deciso di adottare una politica che cerchi ti tutelare e garantire il più possibile il consumatore. Nonostante la scelta dell’Unione Europea di lasciare libertà ai singoli stati, nel corso di due anni sono stati portati davanti alla corte europea otto ricorsi e questa è stata una delle ragioni che ha spinto l’UE a cambiare direzione.
Sembra proprio che il gioco d’azzardo metta tutti d’accordo, è uno dei pochi casi in cui nessuna delle parti toccate dal nuovo progetto di legge sia insoddisfatta.