Non sono solo i quattro casinò italiani (Campione d’Italia, Venezia, Saint Vincent e San Remo) a lamentarsi della norma contenuta nel Decreto Legge n.201 del 6 dicembre 2011 (decreto Salva Italia) che fa parte della manovra finanziaria del neo presidente del consiglio Mario Monti e che stabilise la riduzione dell’utilizzo del denaro contante da 2.500 euro a 1.000 euro, si lamenta anche Fidergioco e l’Eca, l’Associazione Europea dei Casinò, che ha inviato una lettera aperta al nostro Premier.
Secondo quanto sostiene il presidente dell’Eca, Ron Goudsmit, limitare a 1.000 euro l’uso del denaro contante nei casinò non solo non servirà a combattere fenomeni illegali e il riciclaggio di denaro, ma favorirà le case da gioco illegali dove questo limite non esiste e per le case da gioco in regola che dovranno far rispettare questa norma i costi aumenteranno. Goudsmit in più sottolinea il fatto che i casinò europei, e anche i casinò online AAMS che operano in Italia, sono delle sale da gioco sicure in quanto provviste di particolari sistemi di controllo che identificano e registrano le persone che entrano nei casinò e che hanno gli strumenti adatti per la lotta contro il riciclaggio e il terrorismo grazie anche all’azione politica di alcune istituzioni europee. Inoltre, i casinò terrestri in possesso di una licenza europea, registrano regolarmente le loro operazioni di cassa.
Tra glie emendamenti presentati alle commissioni riunite Bilancio e Finanze ce n’è uno presentato da alcuni parlamentari del Pdl che chiedono che venga innalzata la soglia dell’utilizzo del denaro contante da 1.000 a 2.000 euro. Al contrario, il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, sostiene che sarebbe opportuna un’ ulteriore riduzione della soglia.
L’Eca rappresenta circa 800 casinò in Europa, sparsi in 22 paesi come Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Grecia, Germania, Ungheria, Italia, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Romania, Serbia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera e Paesi Bassi, dando lavoro a oltre 60.000 dipendenti.