A seguito dell’imminente approvazione della legge anti-gambling in USA gli operatori di scommesse online guardano ai mercati orientali. Nonostante ci siano milioni di potenziali clienti nel continente asiatico il successo nella regione non è sicuramente una scommessa facile. La maggior parte dei paesi asiatici infatti vietano il gambling oppure lo permettono solamente attraverso dei canali specifici.
In Hong Kong ad esempio le scommesse sono permesse al Jockey Club, un campionato di corse di cavalli con premi per 62 milioni di dollari (HK) che ne fanno il terzo torneo al mondo. Il Giappone permette scommesse sui cavalli, gare di motoscafi e flipper. Come abbiamo letto in queste pagine la Cina sta considerando di legalizzare il gioco attraverso delle licenze per gestire le operazioni da Macao ma al momento blocca i siti gambling attraverso i fornitori dei servizi di telefonia – seguendo l’esempio dell’Italia.
La Corea del Sud ha oscurato un totale di 181 siti dall’inizio dell’anno, con 60,000 giocatori coreani affetti dalla mossa del governo. Anche Taiwan di tanto in tanto decide ci chiudere siti di scommesse. Le Filippine sembrano essere l’unico paese avvicinabile ma non sono certo il più ricco dell’area. La licenza offerta dal governo permette scommesse su calcio, basket e due sport a scelta. Il governo opera un casinò online sotto il controllo della Philippine Amusement and Gaming Corporation. Pensate, ci sarebbero anche dei piani da parte del governo di legalizzare le scommesse online sul “cock-fighting” ovvero gli scontri tra galli.
La situazione non è delle più facili per chi decide di investire pesantemente nel continente.