Il panorama delle sale da poker su internet in Italia continua a cambiare, il mercato oggi appare decisamente nervoso, con reti che cambiano faccia e nuovi accordi che si preparano all’orizzonte. Abbiamo voluto discutere con il grande esperto Maurizio Guerra, che oltre ad essere un manager, ha alle spalle una vincente e solida carriera da giocatore. Network Manager di Gioconline Italia, di cui fanno parte, tra le altre, Sbanco e il gruppo La Multpla con Betapoker, il barese risponde alle nostre domande sull’attuale momento, a partire dalla novità della condivisione di liquidità che ha riguardato proprio il network che dirige. Che scelta è quella di GiocOnline Italia? È una scelta che va contro quello che sta facendo il mercato, ma che segue l’unica logica possibile: per avere un futuro nel mondo del poker bisogna aggregarsi, non dividersi.
Un processo di aggregazione delle piccole forze è l’unica strada percorribile e la più intelligente. Noi ad esempio abbiamo dato ai nostri giocatori di poker online la possibilità di scegliere due liquidità e due piattaforme diverse. Da un punto di vista del business potrebbe non sembrare la scelta migliore, ma poi vedi che il traffico cresce di oltre il 400%. Sinergia unica strada possibile dunque? Sì, e con una punta d’orgoglio mi permetto di farti notare una cosa. Il mercato è dominato da soggetti interamente o parzialmente stranieri, mentre Best In Game è ad oggi l’unica società interamente italiana, con sede in Italia e tutte le attività nel nostro paese.
Dunque è una crisi quella da combattere? Guarda, non so se darle questo nome perché bisognerebbe capire di che numeri si parla. Leggo spesso valutazioni che si fermano ai soli dati di raccolta, ma questo non ha molto senso, o se lo ha è solo nel voler attirare l’attenzione parlando di cifre grosse. Ma è altrove che bisognerebbe guardare. Ad esempio, il movimentato da cosa dipende? Innanzitutto dai livelli in cui si gioca, e qui si trae la prima conclusione: a mio parere è stata sbagliata la scelta dei limiti. Intendi il NL1000? Sì, ma considera che si trova anche il NL2000 e in alcuni network anche il NL2500. Tutto questo ha drogato il mercato di poker online che per usare un’espressione da poker player finora ha runnato sopra ev. Ora si sta solamente assestando.
Stiamo arrivando al famoso discorso dell’ecosistema? Certo, perché è il punto chiave. Bisogna che la gente torni a divertirsi. Con le cifre che in media un giocatore cosiddetto recreational ha intenzione di spendere avvicinandosi al poker online, ad oggi dura poco e si disamora facilmente. Non è un discorso già sentito? Forse sì, ma è attualissimo. Io iniziai a giocare nel 2002 su Paradise Poker, e come molti mi appassionai alla storia di Moneymaker qualificato con 37$. Oggi si è perso quello spirito, si è smarrita la dimensione dell’intrattenimento. Tutti così ultraseri, ultraprofessionali. L’atteggiamento, ma anche il linguaggio che si è diffuso ha allontanato la fetta dei giocatori casuali, che hanno giocato un po’ ma non si divertivano più e hanno smesso.