Per non tralasciare le entrare delle tasse da una potenziale fonte lucrativa, il Ministero delle Finanze bulgare la settimana scorsa ha presentato proposte per regolamentare e tassare le scommesse online. Stanco di guardare potenziali dollari delle tasse esaurirsi al di fuori dei confini nazionali, il primo sostenitore comunista ha deciso di gettare la spugna e unirsi al divertimento. Lo stato ha deciso di tenere la sua mano seppellita nelle casse.
Sebbene le società autorizzate in altre giurisdizioni potranno dare assistenza ai clienti della Bulgaria, se i rapporti sono esatti la mossa sembra destinata a rafforzare la posizione finanziaria dei correnti monopoli statali.
Le regolamentazioni proposte permetterebbero al monopolio bulgaro delle scommesse sportive di sviluppare nuovi giochi on-line, nonché legami con società private, quindi avere un posto primario nella tesoreria mentre acquisisce il capitale ed la competenza necessarie.
I cosìddetti “sport totalisator” sarebbero capaci di, almeno in teoria, passare a mercati nuovi, tassando gli introiti da un’espansione anticipata nel gioco d’azzardo on-line.
Il problema col sistema corrente in Bulgaria è una confluenza di una eccessiva regolamentazione ed un fiorente mercato nero in internet del gioco d’azzardo. Il bookmaker di stato e la lotteria sono costretti a sborsare il 50 % dei loro ricavi in vincite che, e contati i soldi che vanno allo stato, significa che il totale sborsato consuma l’ 85 % dei redditi. Non è esattamente una ricetta per il profitto.
Poiché le attuali stime mettono le entrate di scommesse legali in Bulgaria a circa $520 milioni, apparentemente altre scommesse illegali del gioco d’azzardo ammontano a $440m, il governo chiaramente si sente tagliato fuori da gran parte delle azioni. Come si dice…le vecchie abitudini sono dure a morire.