In risposta ai ripetuti reclami dalle società di gambling online, La Commissione Europea (CE) ha preso azione per porre termine agli ostacoli presentati contro i servizi di scommesse sportive in Ungheria, Danimarca e Finlandia.
La CE ha ufficialmente richiesto a questi stati membri di emendare le loro leggi in seguito alla lettura delle risposte alle lettere di notifica inviate in Aprile del 2019, in cui la CE aveva tentato di verificare se le restrizioni erano compatibili con l’articolo 49 del trattato della CE, che garantisce la libera prestazione di servizi.
“La Commissione considera che le restrizioni in questione non sono compatibili con le leggi esistenti nell’UE” dice la CE il 21 Marzo in un comunicato stampa. “Inoltre, gli operatori nazionali esistenti non possono esseri considerati come gestori di operazioni senza profitto,dato che sono soggetti a rigidi obiettivi di reddito annuale e spesso contano sui punti di vendita al dettaglio per mettere in vendita i loro servizi di gambling.”
La richiesta ufficiale prende la forma di “opinioni dedotte”, la seconda fase di una procedura di infrazione. Se non c’è una risposta soddisfacente entro due mesi,la CE può referire il caso alla Corte di Giustizia Europea. La decisione della Commissione di fare un’ inchiesta sulla compatibilità dalle legge dell’ UE con le misure in questione è basato sui reclami di alcuni fornitori dei servizi e sull’informazione raccolta dal personale della Commissione.
I reclami riguardano le restrizioni sulla distribuzione dei servizi di scommesse sportive, ed includono la necessità di una concessione statale o una licenza, anche se il fornitore è legalmente “licenziato” in un membro stato.
La battaglia online si allarga
La CGE ha in precedenza dichiarato che qualunque restrizione che tenta di proteggere gli obbiettivi di interesse generale, come la protezione dei consumatori, deve essere “consistente e sistematica” nel modo in cui si cerca di limitare le attività di gambling. Uno stato membro non può invocare il bisogno di limitare l’accesso dei citadini ai servizi di gambling stranieri se, nello stesso tempo, li incoragia a partecipare alle lotterie statali, giochi d’azzardo o scomesse che sono finanziariamente a favore dello stato.
L’Eupropean Betting Association (EBA), che rappresenta gli operatori privati, ha detto che le azioni della CE sono giustificate.”Nessuno dei paesi sopra citati hanno mostrato alcun segno di interessarsi delle riforme necessarie” L’EBA ha detto in una dichiarazione. “Al contrario, recentamente alcuni si stanno dirigendo verso processi penali più severi contro operatori che hanno licenze in Europa, nonostante che la base legale di queste azioni sia stata seriamente messa in dubbio dalle auorità di UE”.
Nel fra tempo, Le società Europee del gambling online, con un giro d’affari valutato a 5 miliardi di Euro (Kc 140 milardi), hanno allargato le loro attività anche in Ungheria, offrendo anche servizi in ungherese. Dato che I siti di Web sono operati dall’estero, è difficile per le autorità di controllo prendere azione contro questi promotori nonostante che secondo la legge ungherese attuale, solo la ditta di gaming dello Stato Szerencsejáték, abbia il permesso per gambling online. Le società internazionali di gambling online lottano contro il Controllo di Gambling Ungerese (SzF) dal 2004, quando la ditta Inglese,Sportingbet entra in Ungheria, seguita dall’austriaca BetandWin.com Interactive Entertainment nel 2005.